Tra stucchi e colori nella chiesa di campagna

In una campagna assolata che si perde in un dolce saliscendi tra balle di fieno e casolari diroccati, una piccola chiesa barocca è una sorpresa inaspettata.

Vista dall’esterno nessuno scommetterebbe che si possa trattare di una chiesa. Questo piccolo edificio monoblocco ricoperto di edera non ha alcun indizio che possa ricondurla alla sua funzione di luogo di culto: nessuna croce, nessun rosone, nessun abside. Tanto che può facilmente confondersi con uno dei tanti casolari agricoli della zona.

Se l’aspetto esteriore lascia indifferenti, basta addentrarsi tra i rovi e varcare la soglia d’accesso per scoprire un piccolo tesoro artistico. Una volta superati gli ambienti secondari, dove adibiti a residenza per il personale ecclesiastico, si arriva al fulcro dell’edificio.

La chiesa, fondata in epoca barocca e intitolata alla Vergine, presenta un ambiente interno a navata unica, con tetto a capriate in legno. Dell’altare centrale non è rimasto nulla, così come dei due altari laterali addossati alle pareti, smurati già da molto tempo.

Eppure, nei pochi scampoli di affreschi sopravvissuti al tempo, riesce ancora a trasmettere tutta la bellezza dei secoli scorsi. A dimostrazione che, anche il rudere più anonimo, ha molto da raccontare.

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