W Maria. È l’unica indicazione che si riesce a scorgere su questa chiesa pericolante, impressa al di sopra della porta d’ingresso.
Eppure, il vecchio convento di clausura delle Carmelitane Scalze, ha una lunga storia da raccontare, che anche le fonti sembrano custodire gelosamente.
Già abitato nel Settecento dalle monache francescane, che qui vi fondarono la chiesa dedicata a Sant’Anna, il convento passò attraverso un susseguirsi di dolorose vicende, a partire dalla dominazione francese, che portò alla totale soppressione degli ordini religiosi nel 1810. Le Francescane furono costrette ad abbandonarlo e la loro comunità si disgregò. Qualche decennio dopo, furono le Carmelitane Scalze ad interessarsi a quella struttura triste e decadente, rimasta però nel cuore della cittadinanza tutta. La generosa donazione di due consorelle dell’ordine permise la totale ristrutturazione del convento, che tornò ad accogliere le monache nella pace e nel silenzio della loro vita contemplativa. Per il convento fu l’inizio di un secolo prosperità e benevolenza. Ma la Seconda Guerra Mondiale era alle porte e nessuna preghiera sembrava poterlo risparmiare dalla distruzione. Sotto i bombardamenti degli alleati fu l’unica struttura a restare miracolosamente in piedi, consentendo alle Carmelitane di fuggire e mettersi in salvo. Tuttavia, rimasto gravemente lesionato e senza alcun intervento di consolidamento strutturale, andò gradualmente deteriorandosi, fino ad esser dichiarato inagibile negli anni Settanta. Le monache continuarono a risiedervi per qualche anno ancora, speranzose delle promesse ristrutturazioni finché, nel 1975, il crollo di una parte della volta non le costrinse ad abbandonarlo del tutto. Miracolosamente scampata al crollo, la statua di Gesù Bambino, venerata dalle Carmelitane e trasferita in quello che sarà il nuovo monastero, a lui dedicato. La realizzazione della nuova clausura, avvenuta in tempi brevissimi, condannò definitivamente all’oblio questo storico convento.