Scrutato in lontananza, avvolto dall’incerta prima neve di dicembre, ha l’aspetto di un moderno presepe disabitato.
Esplorare le vie di questo piccolo paese abbandonato a seguito di un sisma è un’esperienza straniante. Il vento, che amplifica i suoi effetti nei tanti spazi vuoti, dà vita a suoni insoliti. Le impalcature traballanti aggiungono una nota sinistra all’atmosfera del posto, esasperata da un silenzio assordante a cui la città disabitua.
Poche persone son rimaste ad animare le sue vie: quelle che non si arrendono alle avversità della natura e sono abituate a convivere con i suoi alti e bassi. Più di qualche cartello mette in guardia i malintenzionati dal forzare le serrature rimaste chiuse: “Qui non c’è più nulla da rubare“.
Piccoli lumini sparsi tengono accesa la speranza di ricominciare. Dopo oltre 10 anni da quel violento sisma, forse qualcosa comincia a muoversi in questo paese abbandonato.