Ci sono ville che nascondono un passato che sembra uscito da un libro di storia. Questo piccolo gioiello nella campagna toscana non è da meno e, sebbene nel Settecento fosse una delle residenze nobiliari più sfarzose della zona, oggi è a malapena agibile.
La realizzazione di questa villa si deve alla famiglia fiorentina dei Peruzzi, che in questa zona erano soliti trascorrere la villeggiatura. La costruzione della villa è però successiva alla splendida cappella esterna dedicata alla Vergine, risalente al XV secolo. Nell’Ottocento venne acquistata da un noto politico italiano, che in quel periodo ricopriva anche la carica di Gran Maestro presso una loggia massonica. Agli anni della sua presenza si fa risalire la realizzazione dello splendido salone affrescato con balconata. Molti i passaggi di proprietà in epoca moderna, con l’ultimo che ha visto la villa adibita a sede universitaria fino agli anni Novanta del Novecento. Oggi l’intera tenuta è di proprietà di un’azienda agricola.
I timidi lavori di messa in sicurezza non sono mai stati ultimati, e si cammina fra travi e impalcature, laddove il pavimento ancora regge. La limonaia, le cantine e gli ambienti esterni colmi di attrezzi da lavoro, tradiscono la recente destinazione agraria della villa, ma al piano superiore non c’è stanza che non faccia trapelare il suo passato sfarzo nobiliare.
La piccola cappella in stile neoclassico è però la parte più sbalordiva dell’intero complesso. Pochi metri quadrati racchiudono un ambiente sacro di grande pregio artistico, anche se crepe e muffe da tempo hanno iniziato a solcarne la superficie. La natura sta facendo il resto, riappropriandosi dei suoi spazi. I rampicanti, intrecciati alle fredde impalcature, non cercano più l’acqua, ma si nutrono delle storie che vedono e ascoltano raccontare in questi posti dimenticati.