Pur essendo un vecchio e silenzioso cimitero industriale, la Società Aeronautica Italiana di Passignano ha alle spalle una storia di tutto rispetto.
Stretta tra la ferrovia e la riva del lago Trasimeno, trae origine nel 1922 dallo Studio Tecnico Commerciale dell’Ing. Angelo Ambrosini che forniva strumenti di bordo, eliche metalliche e bulloneria per gli aerei di quel tempo.
La sua storia ha incrociato la fase iniziale dell’aviazione italiana visto che qui, nel 1916, fu fondata la prima scuola di Allievi piloti di Idrovolanti dell’Esercito Italiano. Qui si formarono i migliori piloti dell’epoca; tanto capaci da formare in buon numero gli equipaggi che Italo Balbo guidò nel 1928 nei leggendari raid attraverso l’Atlantico. Una targa apposta all’ingresso, ricorda che qui vi passarono piloti del calibro di Raoul Lampugnani, che comandò durante il conflitto numerose squadriglie aeree sul fronte isontino, e Anselmo Cesaroni, un pioniere del volo che fece impiantare nella baia di San Feliciano una base di idrovolanti inaugurata il 6 marzo 1914.
Dalla fondazione al periodo post-bellico migliaia di aeroplani uscirono dalle linee di produzione degli stabilimenti SAI di Passignano sul Trasimeno; migliaia di macchine studiate per le più disparate missioni, che fecero la storia della nostra Aviazione.
Purtroppo, il secondo conflitto mondiale inflisse un duro colpo allo stabilimento: nel 1944, in seguito ad un bombardamento, riportò notevoli danni alla struttura, oltre alla morte di 40 persone. Di conseguenza lo stabilimento venne smantellato poiché soltanto il 15% dei macchinari risultava ancora utilizzabile, ed i rimborsi di guerra ricevuti con ritardo nel 1966 non furono sufficienti a risanare il disastroso bilancio.
Nel dopoguerra si dedicò alla realizzazione di aerei sportivi, alianti, apparecchiature di puntamento e sistemi radar, ma anche di progetti a carattere non aeronautico, e dall’esperienza legata alla costruzione degli idrovolanti nacque la vocazione per le costruzioni navali. La SAI intraprese anche il settore aerospaziale: fu costruttrice del primo aereo supersonico e del primo aereo guidato a distanza.
Per fronteggiare la crisi, l’azienda fu costretta a diversificare la sua produzione, dedicandosi alla realizzazione di fisarmoniche, attrezzi agricoli, telai per motociclette, orologi di precisione e altri oggetti frutto della lavorazione della lega leggera. Dopo la cessazione dell’attività, alcune palazzine divennero la sede di un centro anziani e dell’ass. naz. mutilati ed invalidi di guerra. Anche questi furono chiusi, per la presenza di materiale pericoloso all’interno dell’area.
Tra scheletri di capannoni, ormai privi della copertura in eternit, uffici disastrati ed officine pericolanti, le poche strutture rimaste in piedi hanno avuto il colpo di grazia dai tanti vandali che qui agiscono indisturbati. Una fine amara per il suo passato glorioso.