Non c’è una villa che possa vantare più soprannomi nelle mappe urbex di quella che si trova nelle campagne emiliane: da villa del medico impazzito a villa dei pavoni, da villa del sombrero giallo a villa dei misteri.
Del dottore impazzito non abbiamo nessuna prova ma si sa, la fantasia degli esploratori stupisce sempre. Qui abitava invece un rinomato e stimato medico, votato alla scienza. E la cosa si intuisce dalle tante onorificenze e attestati affissi alle pareti, alternati con ritratti di famiglia.
Ci sono anche i pavoni che, con il loro colorato via vai, si aggirano nei campi circostanti, e il sombrero giallo, come è stato ribattezzato il divanetto circolare verde lime che è l’oggetto più fotografato della casa. Di misteri invece ce ne sono molti, su tutti il motivo e l’anno di abbandono della villa.
L’eclettica villa del dottore fu fatta costruire intorno al 1880 da un facoltoso possidente terriero della zona, piuttosto in vista nel panorama culturale e sociale dell’epoca. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale venne temporaneamente adibita ad ospedale militare e, nel 1944, fu occupata da 300 tedeschi appartenenti alla divisione paracadutisti.
Tantissime le foto e i documenti sparsi per i due piani della villa del dottore, così come gli strumenti di lavoro del proprietario: scatole di medicinali, flaconi di pillole, fialette, ricette, stetoscopi e un tavolo da lavoro con tanto di ossa e strumenti di misurazione. E tantissimi anche gli affreschi a tema campestre, che abbelliscono persino i sottoscala.
Nel marasma di scartoffie sparse per la casa, fanno capolino tantissime cartoline e polaroid, che testimoniano l’interesse del dottore per i viaggi e la fotografia. In effetti, da stimato professionista qual era, il dottore viaggiava molto per tenere conferenze e convegni, ecco anche spiegato il perché delle tante valigie riposte nelle stanze.
Negli armadi trovano ancora spazio gli abiti vintage della moglie, splendidamente conservati. I guanti di seta, accuratamente ripiegati nel comò, le pochette di cuoio e le scarpe in vernice richiamano una femminilità d’altri tempi. Sei le stanze da letto, dove soggiornavano le tre figlie della coppia ed eventuali ospiti.
Osservando le foto più recenti, e tenendo in considerazione le date delle ricette, possiamo supporre che sia stata abbandonata negli anni ’70. Grazie all’intervento dei Beni Culturali, ad oggi la villa è in fase di recupero.