Le merende nei sottobanchi aspettano ancora le campanelle della ricreazione per poter essere scartate. Nessuno studente ha però occupato i banchi all’indomani di quella tragica notte, quando la terra è stata scossa da uno dei sismi più violenti del centro Italia.
Tavole da disegno, registri di classe, bozzetti, macchinari da lavoro e interi scaffali di libri sono rimasti a prendere polvere tra le crepe di questo liceo abbandonato. Piani immensi e corridoi interminabili, in cui non risuona nemmeno l’eco della vicina strada, tanto il paese è disabitato.
Presse e materiali di grande valore non sono ancora state puntate dai rigattieri dell’abbandono, per questo, nonostante gli squarci, le aule sembrano essere state lasciate da poco. Ci si perde facilmente tra i laboratori di oreficeria, tessitura, scultura e pittura, dove ci sono ancora gli acquarelli incompleti sui cavalletti.
E incompiuta è anche la storia di questo liceo abbandonato, una delle tante realtà di un’Italia che fa ancora fatica a rialzarsi.