Umbriano, l’ultima roccaforte della Valnerina

Narra la leggenda che il piccolo borgo di Umbriano sia stato il primo ad essere sorto in Umbria.

La sua origine è comunque antica: correva l’anno 890 d.C. quando, per far fronte alle invasioni saracene, si rese necessaria la realizzazione di un presidio fortificato a difesa dell’Abbazia di S. Pietro in Valle, in posizione esattamente speculare al castello.

Ubicato sul versante nord di monte Sant’Angelo, a quasi 400 m.s.l.m., Umbriano si articola in una serie di edifici allineati lungo la via principale, che si conclude ai piedi di un’alta torre quadrata, ancor oggi ben visibile anche dalla valle. Abitato da taglialegna, allevatori di capre e contadini grati alla vicinanza del fiume Nera, venne abbandonato nel dopoguerra a causa della posizione isolata e dell’assenza totale di collegamenti stradali con la Valnerina.

Oggi del paese, immerso nella boscaglia, non restano che poche ma affascinanti rovine. Le case, con la muratura a vista e prive di tetti e di infissi, lo fanno sembrare ancora più antico. Solo affacciandosi sulle eleganti porte ogivali si riesce ad intravedere parte degli intonaci dei piani superiori, sprofondati al suolo fino a diventare un tutt’uno con la rigogliosa vegetazione. Lasciano incantate le finestre aperte sulla vallata come cornici di un quadro dalle mille tonalità di verde.

Leggermente separata dall’abitato la chiesetta romanica di San Rocco, inghiottita dai rovi, dove a fatica si scorgono sul fondo dell’altare tracce cromatiche di un affresco dello Spagna raffigurante la Crocefissione con l’Eterno e San Sebastiano. A ricordarci che siamo in un luogo sacro, c’è anche la cripta che si apre sulla pavimentazione, dove ancora sono custoditi resti umani. Integra e solo leggermente scalfita dal tempo, la torretta d’avvistamento, rimasta solitaria a sorvegliare un borgo ormai silenzioso.

 

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