Mete di devozione e pellegrinaggio incessante, le Scale Sante continuano ad attrarre milioni di fedeli malgrado il trascorrere dei secoli.
Quella nella basilica di San Giovanni è quella più celebre e visitata. La tradizione cattolica romana sostiene che, quelle ospitate a Roma, siano le scale di marmo che Gesù salì per andare in giudizio davanti al prefetto romano Ponzio Pilato.
Si dice che le scale siano state portate a Roma nel 326 d.C. da Gerusalemme da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino e collezionista di reliquie in seguito alla sua conversione. Divennero rapidamente un’attrazione per i pellegrini, che continuano a salire le scale in ginocchio, come atto di penitenza meditando sulla passione di Cristo.
Così, a partire dal Medioevo, diverse Scale Sante sorsero in tutta Europa sulla scia della devozione. Di queste, 18 solo in Italia. Ma una, decisamente meno fortunata, non è citata da alcun sito turistico. Si tratta della Scala Santa santa custodita nella piccola chiesa di San Girolamo di Arpino, da decenni in stato di abbandono.
L’ascesa del pellegrino cominciava già dall’inizio del sentiero, un antico tracciato romano che serpeggia attraverso la salita scoscesa, in un paesaggio brullo e roccioso mitigato solo dalla dolcezza del vento.
Le prime menzioni della chiesa di San Girolamo di Arpino, si hanno in alcune fonti risalenti al Trecento. Dapprima doveva trattarsi di una piccola edicola intitolata alla Vergine, sorta probabilmente in seguito ad alcune apparizioni mariane. Nei secoli successivi venne arricchita da pitture, dotata di un altare e ampliata fino ad arrivare all’attuale configurazione. Nella nicchia in cui era raffigurata la Vergine Maria, le donne in stato interessante si recavano a pregare affinché la gravidanza andasse a buon termine.
Nel Settecento la chiesa venne dotata di una sacrestia, anch’essa parzialmente incavata nella roccia, e arricchita da paramenti liturgici e sacri ornamenti, grazie alle offerte e alla generosità dei fedeli. La modifica sostanziale si ebbe nel corso del secolo successivo, quando fu eretta una Scala Santa destinata alle indulgenze plenarie e parziali. I fedeli potevano chiedere la remissione dei peccati salendo in ginocchio i 13 gradini in pietra della scala centrale, per poi ridiscendere dalle due file laterali in legno.
La scalinata conduceva all’altare dedicato al SS. Crocifisso, al di sotto del quale vi era un’urna contenente le reliquie di S. Vittorino Martire. L’altare principale era però quello dedicato alla Vergine Maria, tuttora visibile al piano terra di fronte l’ingresso principale.
Le condizioni attuali della chiesa di San Girolamo di Arpino non rendono giustizia al suo prestigio storico. La copertura lignea è crollata rovinosamente sulla navata centrale, dove un tempo erano collocate le panche per i fedeli. Il secondo piano, che ospitava le stanze di servizio e un piccolo dormitorio, è ormai del tutto inagibile a causa della trascuratezza dell’edificio. Anche gli affreschi che arricchiscono la nicchia dedicata alla Vergine, hanno iniziato a perdere il loro antico splendore. Un peccato che nessuna indulgenza potrà cancellare.