Rocciano e l’enigma della stanza blu

Tra le pieghe silenziose dei monti Trebulani, dove la natura rivendica lentamente i suoi diritti sulla memoria umana, giace un piccolo universo sospeso nel tempo. Rocciano, frazione dimenticata del comune di Giano Vetusto in provincia di Caserta, è molto più di un semplice borgo abbandonato:  è un frammento di vita cristallizzato, un libro aperto scritto in una lingua che solo il vento sa ancora leggere.

Sul versante settentrionale dei monti Trebulani, dove i sentieri di trekking si snodano tra creste e vallate, esiste un luogo che sembra essere scivolato fuori dalle pagine della storia ufficiale. Rocciano è avvolto da un oblio così profondo che persino determinare quando sia avvenuto il suo spopolamento diventa un’impresa archeologica.

Abbandonato da diversi decenni, questo piccolo nucleo rurale rappresenta uno di quei luoghi che l’Italia nasconde nelle sue pieghe più remote, testimonianza di un’epoca in cui l’esodo dalle campagne verso le città ha lasciato dietro di sé intere comunità come relitti di un naufragio sociale.

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