A sud-ovest di Roma, tra la città e l’aeroporto di Fiumicino, c’è una specie di terra di nessuno. Non è periferia, non è campagna, non è zona industriale, è solo un incrocio di autostrade.
Qui si trovano gli uffici di alcune delle più grande multinazionali europee, un tempo affiancati da quelli della nostra compagnia di bandiera. Dei cinque grandi blocchi dell’ex centro direzionale Alitalia, uno è stato recuperato, ed è attualmente occupato da alcune rinomate aziende, mentre gli altri sono alla mercé di ladri e curiosi.
Il primo edificio ad esser stato realizzato, nei lontani anni ’70, è stato il Centro Elaborazioni Dati, più basso e distaccato dal Centro Direzionale vero e proprio, inaugurato nel 1991. I numeri fanno impressione: su un’area di 130.000 metri quadrati sorgono edifici per oltre mezzo milione di metri cubi, gli ambienti-ufficio sono 2.730, senza contare l’alta direzione, i posti di parcheggio più di 3.000, la mensa che può produrre 4.000 pasti al giorno e 1.000 persone possono mangiare nello stesso momento. Tutti i blocchi sono raccordati da un tunnel esterno che permette di passare da un edificio all’altro senza dover uscire. Tunnel che è stato troncato in prossimità dell’ultimo edificio, dove oggi si trova la Mazda.
Lunghi corridoi e uffici labirintici sono la costante di tutti gli enormi spazi del centro, insieme all’enorme confusione causata dai ladri di rame che hanno smantellato quasi tutte le coperture. Biglietti aerei sparsi qua e là, poster e brochure promozionali ci ricordano la sua originaria funzione. Stranamente quasi intatto l’impianto aerulico, con ancora tutte le tubature ed i macchinari deputati alla ventilazione delle strutture. Poco distante, al piano terra, si trova la mensa dei dipendenti e a fianco cucine, celle frigorifere, dispense e magazzini.
L’ultimo edificio, dove aveva sede la dirigenza della compagnia, è senza dubbio quello più interessante. Qui si trovano ben due auditorium, con sala stampa, sala regia e bar. Il punto forte è però il simulatore di volo B747 con pannello di comando esterno.
Salendo ai piani alti, gli uffici della presidenza si presentano ben diversi da quelli che abbiamo visto finora, con tanto di poltrone in pelle, mobili in legno foderati in vellutino e corridoi con vetrate-giardino abbelliti da piante ornamentali. Anche le cucine riservate alla dirigenza sono attrezzate come un ristorante stellato. Sempre al sesto piano si trova un’enorme sala riunioni con tavolo ad U, dove è collocata la documentazione per la realizzazione del centro, i progetti preesecutivi, le planimetrie degli edifici insieme alla corrispondenza della presidenza.
L’ex Centro Direzionale Alitalia fu dismesso alla fine del 2008 dopo il passaggio della compagnia alla C.A.I., una cordata di imprenditori italiani che, nel nome della salvaguardia dell’italianità, erano stati convinti a rilevare Alitalia per scongiurarne una fusione con Air France. Dopo la ristrutturazione che lasciò a casa 10.034 persone lì dentro rimasero in 8. Pochi riusciranno a tornare in azienda: in 7 mila rimarranno definitivamente fuori, «overbooked».