Cencelle, un borgo abbandonato immerso nel cuore della Maremma Laziale, racconta una storia antica fatta di speranza, fughe e rinascite. Situato su una collina ai margini dei Monti della Tolfa, questo insediamento medievale, oggi in rovina, conserva ancora il fascino di un luogo sospeso nel tempo.
Attraversando i sentieri che portano a questo borgo, ci si ritrova catapultati indietro di oltre mille anni, tra mura possenti, torri di guardia e il silenzio che avvolge ogni pietra.
Era l’854 quando papa Leone IV decise di fondare una nuova città, Leopoli, per proteggere gli abitanti di Centumcellae (l’odierna Civitavecchia) dalle incursioni saracene che devastavano la costa tirrenica. Questo rifugio, eretto con straordinaria rapidità grazie all’abbondanza di acqua e materiali edilizi, venne edificato su una collina strategica, circondata da mura robuste e torri imponenti.
Nonostante la sua posizione sicura e difendibile, il cuore degli abitanti restava legato al mare e alle loro origini. Così, solo 35 anni dopo, nel 889, molti tornarono sulle coste, dando vita a Civitas Vetulas, la futura Civitavecchia. Leopoli divenne quindi Cencelle, un nome che evocava la memoria della città abbandonata.
Sebbene il borgo fosse ormai semi-deserto, non scomparve del tutto. Attraversò secoli di lotte per la supremazia tra Corneto (oggi Tarquinia), l’Abbazia di Farfa, Viterbo e la Chiesa. Passò di mano in mano fino a essere inglobato in una tenuta agricola. Gli abitanti rimasti si dedicarono a estrarre e fornire legname per l’industria dell’allume dei Monti della Tolfa, una risorsa essenziale per la concia delle pelli. Ma l’avvento delle miniere spagnole e della produzione artificiale segnò la fine anche di questa attività.
Visitare Cencelle è come camminare dentro le pagine di un libro di storia. Cencelle è uno dei rari insediamenti medievali che conserva la sua struttura originaria, priva di sovrapposizioni di epoche successive. Gli scavi, condotti da varie università e istituzioni, continuano a riportare alla luce edifici, necropoli e oggetti che raccontano la vita di questa città. Tra i ritrovamenti più suggestivi, spiccano la chiesa di San Pietro, con il suo battistero e la cripta, e i sarcofagi che punteggiano l’antica necropoli.
Tra le rovine emergono i resti delle cinque chiese che un tempo ne costellavano il paesaggio: Sant’Andrea, San Pietro, San Giacomo, Santa Maria in Valle e San Giovanni. Le mura perimetrali, seppur frammentarie, lasciano intravedere l’antico tracciato urbano, mentre le torri ancora svettano come sentinelle di un passato lontano.
Dall’altura di Cencelle, lo sguardo si perde verso il mare all’orizzonte, un ricordo costante di quel legame indissolubile con la costa. Eppure, camminando tra le pietre ricoperte dalla vegetazione, si percepisce il lento scorrere del tempo, che ha trasformato il borgo in un rifugio per gli amanti della storia e della natura.